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Lomuti

In questi giorni, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha pubblicato l’elenco delle aree idonee per il deposito delle scorie radioattive, elaborato da SOGIN e ISIN dopo un percorso durato due anni. Le possibili aree individuate in tutta Italia sono 51, di cui 14 in Basilicata, rendendola, quindi, la regione con la più alta percentuale di probabilità, o meglio di rischio, di vedersi realizzare nel proprio territorio, un sito che in Italia nessuno, o quasi, vuole, per un’opera che comprende anche i rifiuti radioattivi di altissima attività, problema ancora irrisolto nel mondo.
Tra i comuni interessati figurano quelli di Montalbano Jonico, Bernalda, Montescaglioso, Genzano di Lucania, Irsina e Matera al confine con Altamura.
Insomma, con buona pace dei cittadini che avevano creduto alle promesse dei leader dei partiti di centrodestra che oggi governano la nostra regione.
Ma il centrodestra governa anche il Paese Italia ed ecco che ancora una volta, la Basilicata corre il rischio di essere vista come l’agnello sacrificale di un impianto di cui tutti ne comprendono l’esigenza tranne il fatto che possa essere realizzato in aree ad alto rischio sismico ed idrogeologico, come spiegato nelle numerose osservazioni presentate dagli enti locali e dalle associazioni ambientaliste lucane.
Ma veniamo al punto. L’elenco delle aree dove realizzare in Italia il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, “dovrebbe” essere stato elaborato sulla base della valutazione delle osservazioni inoltrate nell’ambito della consultazione pubblica e del Seminario Nazionale, condotta dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle aree Potenzialmente idonee, così come disciplinato dal Decreto Legislativo 31/ 2010,, nel rispetto dei principi e delle previsioni di cui alla legge 7 agosto 1990, n.241.
Detto questo, nella consultazione pubblica, i soggetti portatori di interessi qualificati, quali la regione, gli enti locali e territoriali, le associazioni rappresentanti il settore economico ed ambientale, nel rispetto delle procedure, hanno presentato valutazioni e osservazioni tecniche sulla non idoneità delle aree della Basilicata, indicate nella proposta della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee. Il punto è che a tali osservazioni non è mai stata data risposta, con la conseguenza che, diversamente da quanto disposto dalla normativa, i portatori di interesse del territorio non hanno mai ricevuto riscontro nel merito. Pertanto possiamo asserire che non si è avuto alcun approfondimento oggettivo dell’argomento.
Ciò rappresenta un vulnus non di poco conto, dato che l’elenco delle aree idonee dove realizzare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, dovrebbe essere stato elaborato anche sulla base della valutazione delle osservazioni inoltrate nell’ambito della consultazione pubblica.
Questa che rappresenterebbe una vera e propria lesione di chi attende ancora risposta, è un vuoto procedimentale sul quale si concentra l’interrogazione parlamentare del portavoce alla Camera dei Deputati, Arnaldo Lomuti, per mezzo della quale si chiede al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica se sia a conoscenza di quanto esposto e se non ritenga opportuno intervenire affinchè il provvedimento della consultazione pubblica sia concluso nel rispetto delle disposizioni.
Inoltre, il deputato M5S, interroga il predetto Ministero per sapere se, in considerazione delle osservazioni, analisi e istanze trasmesse dai portatori di interesse della Basilicata, nell’ambito della consultazione pubblica, non ritenga la Basilicata quale territorio non idoneo ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.