Centoventimila persone hanno lasciato il Sud nel 2022. È questa la foto tracciata dai dati di Svimez. Si tratta di numeri che richiedono una seria riflessione su un fenomeno che inesorabilmente sta erodendo il nostro territorio e il futuro di chi ci vive: lo spopolamento.
Per avere un’idea della complessità e della gravità della situazione è come se, in un anno, scomparisse una città grande quanto Salerno.
Questa volta il grido d’allarme è stato lanciato da trenta associazioni meridionali che da tempo operano sul territorio e che hanno deciso di incontrarsi a Pompei per discutere dei problemi che attanagliano il Sud e le aree interne e di proposte e prospettive per affrontare una “nuova questione meridionale”.
Vera anima del territorio, in grado di raccogliere le sue voci, le associazioni tengono vivo l’interesse su temi che spesso passano in secondo piano e che vengono dimenticati, come le SNAI - le Strategie Nazionali Aree Interne - e i motivi per cui stentano a decollare. Un tema che sarà al centro dell’incontro che si terrà a Pompei il prossimo 26 gennaio dal titolo “Le aree interne, centralità della nuova questione meridionale: analisi, proposte, prospettive".
Quello lanciato dalle associazioni è un grido d’allarme importante ma anche un spunto di riflessione per comprendere quanto i nostri territori siano vivi, attivi e sempre pronti al confronto e al dialogo sui problemi che interessano loro. I numeri ci ricordano con dolorosa evidenza quanto lo spopolamento, che ha radici lontane e cause trasversali - dai servizi inefficienti alle infrastrutture carenti - sia un problema che va oltre ogni immaginazione e che riguarda tutto il Meridione.
Per questa serie di ragioni guardo con favore al lavoro delle associazioni che operano sul territorio, le quali agiscono da catalizzatori delle istanze dei cittadini, portando la loro voce nelle stanze delle istituzioni, stimolando un dialogo serio e costruttivo, un confronto necessario per affrontare delle sfide che si rivelano fondamentali per il nostro futuro e quello dei nostri territori.
Soltanto uniti sarà possibile richiamare l’attenzione del governo nazionale sul Mezzogiorno e sui problemi che lo affliggono. È bene ricordarlo.
Gianni Leggieri, consigliere regionale