Paolo Castelluccio, consigliere regionale Forza Italia
“Con il 68,15% e quasi 8 punti percentuali in più del dato nazionale complessivo e superiore ai risultati regionale e della provincia di Potenza, il NO in provincia di Matera è stato più pesante. Soprattutto nel Metapontino lo “schiaffo” a Renzi e ai Renziani regionali e locali è decisamente più forte come testimoniano il 77,9% di Scanzano Jonico, il 75,7% di Pisticci, il 73,6% di Policoro, il 72,2% di Montalbano, il 68% di Bernalda. Ma in tutto il Materano – a partire dall’ottimo risultato della città di Matera (67,4%) – con un più che soddisfacente livello di partecipazione al voto è stata sonoramente bocciata la riforma pasticciata del Premier e di una parte del Pd che in Basilicata si è speso con i suoi uomini più rappresentativi facendo arrivare oltre a Renzi numerosi esponenti di governo. Soprattutto dal Metapontino è venuta una chiara risposta al tentativo del Premier di mettere le mani sulle risorse energetiche cancellando la volontà di Comuni e popolazioni della costa metapontina contro ricerche ed estrazioni nel Golfo di Taranto e quindi a poche miglia dalle spiagge. E’ stato quindi sventato l’attacco centralistico alle autonomie locali. L'Italia non può risollevarsi con il centralismo, che invece è la vera cifra di una riforma che puntava ad annichilire le autonomie, annientare i corpi intermedi inserendosi in un contesto di inquietante e spregiudicato accentramento del potere. Il centralismo non è la ricetta del centrodestra, che deve invece ripartire dalla centralità della persona e dalla sussidiarietà. Dunque, nel centrodestra nazionale e lucano è tempo di riflessione con la convinzione che quando ci si presenta all’elettorato uniti e coesi i cittadini dimostrano di seguire le nostre indicazioni di voto. Per questo dopo il voto si pone la necessità di ricostruire il nuovo centrodestra che capitalizzando il NO al renzismo esprima una credibile proposta alternativa. L’occasione che ci è stata offerta dall’elettorato non può essere persa anche se non vanno sottovalutati tutti i problemi aperti e che vanno affrontati, in primo luogo quelli di carattere programmatico”.