In un periodo nel quale l’imperativo d’obbligo è quello di stringere la cinghia, sacrificando parte dei diritti sanciti costituzionalmente, la prima cosa che un governo dovrebbe fare dovrebbe essere quella di sedersi attorno a un tavolo e fare una ricognizione generale dei conti.
Nel corso di questi tre anni di attività consiliare il nostro occhio è caduto sulla serie infinita di contenziosi che troppo spesso finiscono all’ordine del giorno dei lavori della giunta regionale. Già a dicembre 2015 avevamo presentato un’interrogazione che si rifaceva allo studio dell’istituto Demoskopika, elaborato sulla base dei dati della Ragioneria dello Stato (SIOPE, Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici) e dal quale emergevano numeri impressionanti: la sola Regione Basilicata avrebbe sostenuto dal gennaio 2010 al dicembre 2015 “Oneri da contenzioso e sentenze sfavorevoli (esclusa obbligazione principale)” pari a ben € 48.831.944,15!
Nessuna risposta ancora da parte degli uffici, ma, nel frattempo, grazie ad un emendamento del M5S approvato durante i lavori della legge di stabilità regionale 2016, la Regione avrebbe dovuto provvedere entro il 31/12/2016 alla ricognizione degli oneri da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, gravanti sul suo bilancio e sulle aziende, enti, società o organismi, comunque denominati, direttamente o indirettamente da essa partecipati.
I quasi 49 milioni di euro appaiono ai nostri occhi come una vera e propria zavorra che sottrae risorse ad emergenze ed esigenze non più derogabili. I maligni potrebbero pensare che il contenzioso sia diventato un artificio ben collaudato per distribuire incarichi a questo o quell’amico in orbita dell’amministratore unico o del commissario straordinario di turno. Noi, dal canto nostro, ci auguriamo vivamente che non sia così!
Sappiamo bene che la ricognizione di una somma così imponente comporta un’analisi profonda e dettagliata, pertanto abbiamo chiesto alla Giunta di venire a relazionare sullo status delle azioni che sono state messe in campo per arginare questa emorragia.
Non ce ne vogliano avvocati e studi legali in genere se intendiamo tagliare risorse a questo vero e proprio reddito minimo da contenzioso per poi piazzarle altrove e staccarci di dosso l’odiosa etichetta di Regione “pasticciona” affibbiataci da Demoskopika.
Gianni Perrino