“Sistematico depotenziamento del nosocomio ‘Giovanni Paolo II’ e sottodimensionamento dell’organico sanitario. Una situazione di ridimensionamento accentuatasi oramai da anni ossia, dopo l’accorpamento delle Asl 4 e 5 nell’ASM di Matera. Non condividiamo assolutamente che l’ospedale civile di Policoro sia vittima di quei politici ‘di turno’ e venga smantellato di alcune strutture complesse le quali, da sempre registrano un numero considerevole di prestazioni. Per tale motivo ai vertici dell’Asm ed in primis alla Regione, ribadiamo forte e chiaro che la struttura di Policoro deve essere soprattutto rispettata per ciò che rappresenta per tutta l’area policorese e non solo”.
E’ quanto denunciano i segretari dell’Ugl Sanità Matera, Gianni Sciannarella, Marco Bigherati, dirigente Ugl provinciale Sanità e Pino Giordano, segretario generale dell’Ugl Matera per i quali, “all’assessore regionale alle Politiche per la persona, Flavia Franconi chiediamo che si diano risposte certe su alcune carenze che impediscono all’ospedale di svolgere in pieno il ruolo assegnatogli dal PSR (Piano sanitario regionale), oggi più che mai strategico vista la chiusura del presidio di Tinchi e di alcuni ospedali nella limitrofa Calabria. Per l’Ugl – proseguono i sindacalisti – la razionalizzazione della spesa sanitaria e le vicende giudiziarie in atto sulla sanità non possono ricadere a discapito del diritto alla salute, che va garantito e tutelato né tantomeno, a discapito degli operatori che si trovano a fare oggi turni lavorativi al di fuori di ogni contesto contrattuale ledendo, notevolmente, i principali diritti del lavoratore. Non esiste in nessun caso che un medico debba lavorare oltre 12/14 ore al giorno e per diversi giorni consecutivamente. Non abbiamo certamente bisogno di scienziati per comprendere cosa sarebbe accaduto in una sanità sprecona: l’Ugl ha sempre e a più voci chiesto alla politica che, programmi sanitari avvenissero attraverso una concertazione e un confronto anche con le organizzazioni sindacali ma, nel silenzio assoluto, tutto è taciuto. L’assenza di regole certe ha lasciato spazi a scelte arbitrarie e squilibrate poiché sull’assetto riorganizzavo dell’ospedale di Policoro, nessuna discussione preliminare in merito è stata condivisa. Con la complicità delle oo.ss. di categoria, oggi si estrapolano arbitrariamente quei vitali servizi degli ospedali a discapito dei territori. Ora siamo all’arrivo. Vogliamo chiudere lentamente il nosocomio policorese e nessuno ha il coraggio di dirlo? La mancanza di un’organizzazione funzionale, discussa e condivisa con le autonomie locali, dell’assistenza da attivare sui territori, rende la distribuzione delle Unità Operative orfana e precaria in assenza di nessuna norma di attuazione temporale, magari collegata al naturale turnover degli operatori. Forte è la nostra denuncia,
l’ospedale civile di Policoro è stato vittima di quei politici ‘di turno’ e smantellato di alcune strutture complesse le quali, da sempre registrano un numero considerevole di prestazioni. Oggi assistiamo allo scippo di tale struttura di servizi essenziali quali, ortopedia, psichiatria e cardiologia ed altre U.O. per mancanza di medici e cerca di invalidare in tutti i modi un territorio che per il suo notevole incremento d’utenza, non può e non può essere messo in condizione di operare con enormi difficoltà a causa del personale medico e paramedico che scarseggia e che la politica ‘arrogante’ ha messo nelle condizioni il personale di lavorare con enormi sacrifici ed abnegazione. Già un taglio delle strutture è avvenuto per gli ospedali di Tinchi e Stigliano: coinvolgendo anche il nosocomio di Policoro, si determinerebbe, di fatto, la conclamata desertificazione sanitaria. E’ doveroso ricordare che – tuonano forte e chiaro, Giordano, Bigherati e Sciannarella – la struttura Ionica quotidianamente registra un notevole aumento di prestazioni sanitarie provenienti dalla confinante regione Calabria. Si tratta di una difesa di un ospedale d’eccellenza che in questo momento si sente minacciato da carichi di lavoro e mancanza di operatori. Il presidio e il lavoro dell’ospedale – concludono i leader sindacali – l’Ugl lo difende con forza perché offre un servizio prezioso alla popolazione oltre a garantire posti di lavoro in periferia. Ai vertici dell’Asm ed in primis alla Regione, chiediamo che la struttura di Policoro deve essere soprattutto rispettata per ciò che rappresenta per tutta l’area policorese, e non solo: se oggi si vuole chiudere, lo si dica con coraggio”.