animazione.gif

trapianto di faccia.jpg

La donna in buone condizioni, ancora in Terapia intensiva È terminato alle 5 di questa mattina l'intervento di trapianto della faccia effettuato su una donna presso l'Azienda ospedaliero-universitaria Sant'Andrea di Roma ed è tecnicamente riuscito.

L'équipe, composta da chirurghi e anestesisti, con infermieri strumentisti che si sono alternati in sala, ha operato complessivamente per 27 ore. Sottoposta a terapia immunosoppressiva antirigetto, la paziente è attualmente in coma farmacologico indotto e rimarrà in isolamento nella Terapia Intensiva. La prognosi è riservata. Nel corso della giornata l'ospedale ha reso noto che la donna è in "buone condizioni cliniche" le che "è entrata in Terapia Intensiva intorno alle ore 6.00 di questa mattina. Tutti i controlli eseguiti finora "sono risultati nella norma". Di conseguenza "si sta progressivamente sospendendo la sedazione per svegliarla". La donna resterà in isolamento nel reparto di terapia intensiva per i prossimi giorni, in prognosi riservata. "È stato come un concerto, nel quale bisogna coordinare una serie di artisti per sviluppare un'opera": così Fabio Santanelli di Pompeo, responsabile dell'Unità Operativa di Chirurgia Plastica dell'ospedale Sant'Andrea di Roma, ha descritto all'ANSA il primo trapianto di faccia eseguito in Italia. Il fatto di essere stati gli apripista in Italia "non è importante", ha detto ancora Santanelli. "Non abbiamo mai pensato al fatto di essere i primi, ma - rileva - solo alla possibilità e al piacere di aiutare un paziente. Ora abbiamo la speranza che questo intervento possa aprire la strada ad altri simili, abbiamo qualche persona già in lista d'attesa ma sono sicuro che con la diffusione della notizia più pazienti capiranno che possono fare l'intervento". Anche la durata dell'operazione, oltre 27 ore, non è un problema per il chirurgo. "Capita spesso di avere interventi molto lunghi in chirurgia plastica - sottolinea Santanelli - e io stesso ne ho fatti già alcuni in passato. Ci si aiuta con la caffeina, ma comunque l'adrenalina dell'intervento è già sufficiente a non far pensare al tempo che passa, è una cosa che si guarda solo alla fine".(ANSA)