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BAS La cultura come antidoto alla corruzione e alle mafie. Questo è il messaggio emerso dalla prima sessione del Convegno nazionale “Etica, cultura e bellezza. Le strade per una nuova economia” in corso nella Camera di Commercio a Matera. C'è un'alternativa a questa “struttura ingiusta che collega tutte le esclusioni del mondo e che è diventata una frusta che ruba la libertà? È immaginabile un'alternativa a questo sistema terroristico che governa con la frusta della paura, della disuguaglianza, della violenza economica, sociale e culturale?”. Citando le parole di Papa Francesco don Marcello Cozzi, presidente della Fondazione nazionale Interesse Uomo ha aperto il convegno, un ricco momento di riflessione intorno al quesito sul modello economico più vicino all'uomo e alla sua dignità. Negli interventi che si sono succeduti è emersa infatti la necessità di tornare al concetto di cultura che istruisce ed educa, che si insinui nella gente per una rivitalizzazione della società. Dopo i saluti del Prefetto di Matera e del presidente della Camera di Commercio di Basilicata ha introdotto i lavori monsignor Salvatore Ligorio, arcivescovo metropolita di Potenza, Muro lucano e Marsico Nuovo, nonché presidente della Conferenza Episcopale di Basilicata. Vittorio Alberti, filosofo del Dicastero Vaticano per il servizio allo sviluppo umano integrale, ha auspicato un ripotenziamento della cultura umanistica per combattere le mafie e la corruzione. Sergio Rizzo, saggista e giornalista de La Repubblica ha invece posto attenzione su una classe dirigente chiusa in se stessa che non è capace di governare il cambiamento. Il procuratore distrettuale antimafia di Potenza, nel tracciare il quadro nell'ambito del quale si muovono le mafie e quanto siano cambiate nel tempo, ha messo in evidenza la nuova attività corruttiva delle organizzazioni criminali. Potenti al punto di infettare ampi settori della pubblica amministrazione in modo irreversibile. Sabato 30, seconda giornata del convegno, è prevista la partecipazione del cardinale Peter Turkson e di don Luigi Ciotti, presidente di Libera.