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BAS Coldiretti Basilicata è al Vinitaly, l'evento più importante dedicato al vino che ogni anno invade la città di Verona. Diverse le aziende lucane in mostra con il meglio delle loro produzioni. In particolare, sono esposti i terreni di tutte le doc e le docg di tutta Italia. Per la Basilicata portati in esposizione quello dell’Aglianico del Vulture superiore Docg, del Vulture doc, del Grottino di Roccanova doc, del Primitivo di Matera doc e delle Terre dell'alta Val d'Agri doc. Basilicata protagonista anche delle innovazioni che sono state presentate nel mondo dei vini. In particolare la Cantina di Venosa ha ideato – spiega Coldiretti Basilicata - la prima etichetta fatta con il fieno coltivato in azienda invece che con la carta, una soluzione totalmente sostenibile che punta sull’economia circolare per rendere realmente “green” le bottiglie di Aglianico del Vulture Doc. “E’ motivo di soddisfazione vedere le aziende della Basilicata protagoniste a Verona - ha spiegato il direttore di Coldiretti Basilicata, Aldo Mattia - ed in particolare riempie di gioia scoprire il boom per i vignaioli della Generazione Zeta, i ragazzi under 25 che hanno scelto il vino per realizzare il proprio sogno imprenditoriale e crearsi un futuro lavorativo”. Un’analisi della Coldiretti diffusa al Vinitaly accende per la prima volta i riflettori su un fenomeno, quello del ritorno dei ragazzi alla terra, che nel settore vitivinicolo è particolarmente dinamico. L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – continua Coldiretti Basilicata – è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice. E l’innovazione è anche all’origine della scomparsa soprattutto di vigneti vecchi e non più produttivi. Lo testimonia il boom di domande presentate alle Regioni per l’autorizzazione all’impianto di nuove vigne nel 2019. Una mole di richieste che – sottolinea la confederazione agricola lucana – ha superato il “tetto” delle superfici disponibili pari a 6600 ettari, secondo quanto previsto dal regolamento dell’Ocm Vino, l’organizzazione comune di mercato che regola a livello europeo il settore. Le scelte delle aziende, molte delle quali giovani, per i nuovi impianti riflettono – evidenzia Coldiretti Basilicata – il profondo cambiamento nei consumi, con il ritorno dei vini autoctoni che nel giro di quale anno hanno scalzato quelli internazionali nelle preferenze di consumo degli italiani. Ma un altro indirizzo dei viticoltori italiani – continua Coldiretti Basilicata– è quello dei vitigni resistenti. Si tratta di varietà anche chiamati super-bio da cui nascono i vini “piwi”, che eliminano del tutto o quasi l’uso di trattamenti. Una scelta che va nella direzione della sostenibilità e della tutela dell’ambiente, incontrando un favore crescente da parte dei consumatori, anche grazie a una nuova sensibilità verso questo tipo di tematiche. Non a caso i criteri di priorità indicati dalle Regioni per la presentazione delle domande di nuovi impianti premiano, tra le altre cose, – prosegue Coldiretti Basilicata – chi segue le regole della produzione biologica, chi coltiva la vite nelle zone montane e in piccole isole dove il vigneto contribuisce alla conservazione dell’ambiente. 

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