Incontro al Mise, tra azienda, sindacati e Ministro. Sono presenti per la Ugl, il Segretario Generale, Paolo Capone, il segretario Generale Metalmeccanici Antonio Spera, il Segretario Confederale Ugl Taranto Alessandro Calabrese e per la Segreteria Ugl Elettrici, Concetta Di Ponzio. Appena iniziato l’incontro, i sindacati chiedono chiarezza ad ArcelorMittal, poiché ormai troppi eventi si susseguono quotidianamente che mettono in pericolo la sicurezza degli impianti e dei lavoratori. Alla richiesta del fermo impianti, i lavoratori non risponderanno all’azienda e saranno tutelati dai sindacati. L’azienda manca di relazioni industriali fluenti, non ha mai chiarito i motivi per i quali continua a non rispettare gli accordi. Le bonifiche di fatto non sono mai iniziate. Bisogna trovare una situazione imminente per tutti i lavoratori, sia in forza ad ArcelorMittal che quelli in AS. Altro argomento è lo scudo penale, sul quale non si può più aspettare, per cui si chiede al Governo di prendere una decisione in tempi brevi. La strategia del gruppo è ormai manifesta in tutto il mondo, si chiede al governo di garantire sull’inadempienza di AM a tutti i suoi impegni. Secondo la UGL sembrerebbe che da parte della multinazionale Franco Indiana ci fosse un piano ben preciso, lo scudo è solo un pretesto. Dopo gli interventi dei Sindacati la D.ssa Morselli risponde che il contratto è stato firmato con alcune condizioni essenziali: la prima l’immunità e la seconda, lo stato degli impianti in particolare fa riferimento alle condizioni dell’AFO 2 per il quale era stato presentato uno stato diverso dalla reali condizioni. Per cui sempre l’AD, sostiene che i termini legali non sono stati rispettati, non c’è più la possibilità di lavorare nell’area a caldo perché inquina per cui va fermata. Proprio oggi hanno comunicato il piano di fermo impianti, che sono a giorno 5 dicembre sarà gestito da AM, successivamente, chi ci sarà dopo di loro farà come crede. Pertanto è stata aperta la procedura ex art 47 per restituire i lavoratori all’amministrazione straordinaria che per contratto prevederebbe il reintegro dei lavoratori in As, metodo tra l’altro ancora non conosciuto sulle modalità da applicare. Continua ancora l’AD, specificando il perché il contratto prevedesse l’affitto con promessa di acquisto, esclusivamente perché gli impianti non erano comprabili, poiché sotto sequestro e fuori dagli standard ambientali. L’AM vuole rispettare la legge, e se viene cambiato lo scenario l’azienda va via; Il governo prende la parola, dicendo che fatto tutto ciò nei propri poteri. Non esiste piano A,B,C...Mittal deve rispettare l’accordo, il governo è il medico che cura il paziente e non il becchino che accompagna il morto, usando un eufemismo. Il ministro Patuanelli sostiene di aver messo la faccia sempre anche il 12 settembre quando Mittal ha denunciato 5000 esuberi, lo scudo è solo un pretesto e continua dicendo che tale azienda ha dichiarato che strutturalmente gli impianti non possono produrre più di 4 milioni di tonnellate di acciaio: conclude che Mittal deve comunicare che è disposta a rispettare il piano industriale! Interviene il Segretario Generale dell’Ugl metalmeccanici Spera, chiedendo se c’è stata una cattiva valutazione da parte di AM in fase di gara, se gli impianti sono ancora sostenibili e soprattutto se hanno facoltà di fermare gli impianti. Il segretario Generale della Ugl, Capone ritiene che quanto deciso da ArcelorMittal è una decisione insensata, apparentemente un tentativo di sabotare uno dei settori più produttivi del nostro Paese. Ultimo intervento della Ugl elettrici, da parte di Concetta Di Ponzio in merito alla gestione dei transitori, domanda alla quale l’AD Morselli, ha preferito non rispondere, ritenendo la sede non opportuna, ed argomento non all’ordine del giorno ribadisce che andrà VIA!