Si ratifica il piano precedente (2017) e sul piano di bacino si partorisce il topolino.
“Sperando che la pezza non sia peggiore del buco, perché si approva una modifica alla proroga impugnata dal Governo senza avere ancora le intese con il soggetto gestore, né avendo concertato con governo e ministeri competenti e con Piano di bacino approvato solo in Giunta. C’è innanzitutto un dato politico che dobbiamo doverosamente sottolineare: questa maggioranza di centrodestra e del “cambiamento” e della “rivoluzione” prende il piano dei trasporti 2017 da noi approvato e da cui tutto discende e lo ratifica anche nel 2020 non eccependo nulla. Una emergenza trasporti affrontata con pressappochismo e rimanendo ancorati al passato, con la domanda spontanea: a cosa sono serviti 11 mesi di governo? Si ripristina la nostra norma che era stata modificata per fare la proroga al 31 marzo, generando le due criticità una rappresentata dall’impugnativa del Governo nazionale e l’altra, non consentendo alle Province di prorogare i contratti e accettare le fatture con conseguenti problemi per imprese e lavoratori.
Al 31 marzo mancano solo 45 giorni e si dovrebbe preparare una nuova proroga di altri 2 anni dal momento che, da cronoprogramma, per fine ottobre sono previste le gare e che per aggiudicarle sono necessari almeno altri 12 mesi, entro il 2021.
Avevamo chiesto un Consiglio regionale sui trasporti per poter dare risposte a questioni di carattere emergenziale che si sono palesate in tutta la loro gravità e ci aspettavamo almeno di avere un quadro conoscitivo di contesto in cui queste situazioni sono maturate, oltre che una visione sulle politiche per i trasporti da valutare e controdedurre.
La discussione del deliberato arriva in Commissione e in Consiglio in coincidenza con la delibera del piano di bacino. Il Gruppo “Italia Viva” si è astenuto dal voto perché nel provvedimento in quella modalità ci sono dei vizi di incostituzionalità oggettivamente evidenti impugnate dal Governo nazionale. Questa modalità operativa oggettivamente non può vedere la nostra condivisione nella maniera più assoluta.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, Capogruppo Italia Viva.
“Dalla relazione dell’Assessore Merra - prosegue il consigliere Braia - si desume praticamente che il piano di trasporti, approvato a fine 2016 e pubblicato nel gennaio 2017, sia perfetto da rimanere quindi a rappresentare lo scenario futuro della Basilicata dei trasporti, perché ancora oggi ritenuto documento completo.
Quel piano trasportistico del 2017, giunta precedente, incrocia la analisi e la previsione dell’attuale Giunta sui temi legati allo sviluppo, sulle aspettative del trasporto merci e quindi della logistica in generale, della rete stradale e autostradale, dell’incidenza del trasporto aereo.
Ci aspettavamo che fosse smontato e rimontato perché politicamente rappresenta, come spesso raccontano nel centrodestra, rispetto a qualunque provvedimento adottato negli anni precedenti, il vecchio, l’inutile, l’inesistente, l’inapplicabile.
Dei trasporti va gestito in primis l’ordinario fatto di liquidità, istanze che arrivano dai territori, dai Comuni, dalle Province, dalla convivenza con il sistema privato trasformando tutto in operatività, nella consapevolezza dei ritardi dei trasferimenti dallo Stato al Governo Regionale e della difficoltà di reperire risorse per la compartecipazione regionale. Un sistema complesso che non può e non deve scaricare però ogni difficoltà, come ultimo anello, sulle imprese, i dipendenti e i lavoratori.
Inutile ergersi a censori irridendo i privati che certamente hanno fatto il possibile nel gestire le 48 aziende lucane in un unico consorzio con difficoltà generate da non sempre puntuali trasferimenti e con tariffe ridotte all'osso che necessitano adeguamenti.
Sulle tariffe legate alle disponibilità di un bilancio licenziato il 30 dicembre 2019 in Giunta e di cui si sono perse le tracce dopo 47 giorni, non sappiamo che cosa sia previsto, eppure il comparto trasporti coinvolge oltre 1.200 famiglie oltre che centinaia di macchine e automezzi da rendere funzionali anche sotto l’aspetto della sicurezza.
La nuova modifica normativa - conclude Braia - ha degli elementi di dubbio e noi abbiamo il dovere di chiedere un approfondimento ulteriore sulle responsabilità di ogni soggetto coinvolto, appellandoci al senso di responsabilità istituzionale, coinvolgendo di più e meglio le opposizioni.
Ci riserviamo di analizzare ed esprimere giudizi sul piano di bacino appena approvato con parto travagliato di 10 mesi e che ha fatto solo nascere un topolino. Nel mentre, spezzettare in 5 lotti non sappiamo che garanzia di omogeneità e flessibilità di servizio possa dare, sempre che si riesca davvero a concludere cinque gare con procedure autonome e differenti nella stessa tempistica, visti i contenziosi sempre dietro l’angolo.
Sperando anche di continuare nel miracolo di vedere in qualche modo protagoniste il 100% delle aziende lucane, così come oggi avviene in maniera diretta e senza subappalti - che spesso strozzano le piccole imprese e quasi sempre lucane - che potrebbero essere chiamate a lavorare dai grandi gruppi.”