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UGL_MATERA_8_MARZO.jpg“Come ogni anno l’otto marzo, al di fuori delle mimose e delle feste, rappresenta un momento di analisi della situazione socio-economico al femminile. E sono soprattutto le donne a rappresentare la fetta di lavoratori più penalizzata con l’attuale situazione economica italiana che rappresenta un’evidente crisi sistematica, dove si pagherà un prezzo molto salato dalla crisi da coronavirus”.

E’ quanto emerso dall’incontro odierno tenutosi presso la sede dell’Ugl Matera con le dirigenti sindacali, responsabili welfare, pari opportunità dell’Ugl Matera e iscritte all’o.s. alla presenza del segretario provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano e del segretario della federazione provinciale telecomunicazioni, Cosimina Saracino.

“Sta diventando preoccupante la diminuzione delle nascite anche nel territorio materano in sintonia con l'Italia ch’è il paese all'ultimo posto in Europa. Sono anche la mancanza di lavoro e l'incertezza di uno stipendio che demotivano le donne che scelgono, per paura, di non diventare mamme. Così come per il reato di femminicidio, nonostante le diverse misure previste dalla legislazione, che evidentemente vanno affiancate da percorsi di sensibilizzazione e campagne di informazione per le presunte vittime e per gli stessi uomini. Purtroppo – hanno sostenuto i segretari Ugl, Saracino e Giordano – l’8 marzo si è trasformato nella pura celebrazione della ‘Festa della Donna’, snaturando il significato stesso della giornata e riducendosi ad una giornata di trasgressione dimenticando che la data è storicamente legata al tragico epilogo di uno sciopero all’interno di una fabbrica, sciopero indetto per manifestare contro le condizioni vergognose in cui le operaie si trovavano costrette quotidianamente a lavorare e nel corso del quale 129 operaie rimasero uccise a causa di un incendio divampato nella fabbrica stessa. Di qui, l’impegno dell’Ugl per rendere le donne maggiormente protagoniste della vita lavorativa, promuovendo in Italia tutte le azioni necessarie, dallo smart working all’eliminazione di qualsiasi legge penalizzante per le donne, con l’obiettivo di garantire loro maggiori diritti e un futuro più sereno. Noi come Ugl abbiamo sempre sostenuto l'importanza di iniziative divulgative che andrebbero attivate già dalle scuole. Per l´Ugl le donne rappresentano l’anello debole della catena, i loro posti di lavoro sono i posti maggiormente a rischio e sarà difficile parlare, nella sistematicità della crisi, di conciliazione famiglia e lavoro, quasi impossibile sarà pensare di restare a casa, uscire dal mondo del lavoro e poi rientrarvi in presenza di un sistema di Welfare che anziché partire dalle esigenze della famiglia, si basa solo ed esclusivamente sulla famiglia ed in particolare sulla donna. Le donne sul lavoro devono essere più tutelate a partire dalle retribuzioni, oggi ancora inferiori a quelle degli uomini. È necessario, inoltre, implementare le politiche di conciliazione dei tempi della vita privata con i tempi di lavoro, tutelando il ruolo delle donne che svolgono anche l’attività di cura dei figli e degli anziani. La mimosa - concludono i sindacalisti Ugl - è il simbolo della giornata della donna, giornata nata per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo”.