animazione.gif

Antonio_SPERA_Segretario_Nazionale_UGL_Metalmeccanici.jpg“Nella bozza del decreto Rilancio, il Governo non fa nessun riferimento al settore auto, valutazioni  scellerate e insensate per chi dovrebbe aiutare a far risalire il Pil Italiano. Conte vuole risollevare la Nazione dando incentivi per bici e monopattini con bonus fino a 500 euro? Al momento affonda il settore automotive non prevedendo alcun incentivo per acquisto di vetture nuove”.
Duro è il commento del Segretario Nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera su quello che il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte ha illustrato agli Italiani di una previsione di ripartenza del sistema Nazionale con investimenti da 55Mrd di euro. Per il settore dell’auto e degli oltre 60.000 dipendenti solo Fca, nessun se pur minimo riferimento. Soldi a ‘pioggia’ ma non settoriale: nella bozza del provvedimento, all’articolo 52-bis, dovevano essere previsti i 100 milioni in più per quest’anno ma, nessuna traccia. Per l’Ugl metalmeccanici, ammesso che fossero stati programmati, i fondi erano comunque destinati per acquisto di autovetture con emissioni di anidride carbonica tra 0 e 60 grammi di CO2 per km, in due fasce e l’entità del contributo differente: da 0 a 20 grammi che riguardasse le auto elettriche e da 21 a 60 grammi che comprenderebbe anche diverse ibride plug-in. In questo momento i fondi che sembrano solo disponibili della prima tranche del 2020 – aggiunge Spera -, sono 9 poco più di milioni.  In una bozza del decreto Rilancio dello scorso 6 maggio erano previsti 100 milioni in più per il 2020 e altrettanti per il 2021. La disattenzione del Governo lascia tutti disarmati: non hanno ben chiaro la drammaticità della situazione; dopo il disastro improvviso nel mese di marzo (-85%) e quello preannunciato di aprile, con l’azzeramento (-98%) delle immatricolazioni di autovetture nel nostro Paese, il mese di maggio stenta a ripartire. Dai dati raccolti dal centro studi dell’Ugl metalmeccanici – conclude Spera – nelle prime 2 settimane di maggio, gli ordinativi registrano un -70%, e le immatricolazioni un -52%. Tutti gli altri comparti del settore automotive versano in condizioni catastrofiche, nessuno escluso: veicoli commerciali, veicoli industriali, autobus. La riapertura dei concessionari, a partire dallo scorso 4 maggio, non è bastata a fare riprendere quota a un mercato in profonda crisi. Assistiamo ad una gravissima situazione socio-economica per un intero settore che sostenta oltre 160mila famiglie ed è un asset fondamentale per il PIL italiano che và ben oltre il 10%.  Occorre intervenire con urgenza per un rilancio della domanda, prima che sia troppo tardi senza che si aspettino inutili indicazioni da Bruxelles. E’ un dramma in tutta Europa considerato che anche altri paesi, Germania e Francia in testa, per tale comparto hanno presentato le medesime richieste”.