Sono già 110 le segnalazioni arrivate da 30 comuni diversi della Basilicata, ma non si ferma il censimento dei patriarchi da frutto avviato dell’ALSIA, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura.
E proprio il censimento dei patriarchi da frutto è stato il tema del secondo appuntamento di #dalcampo, il ciclo di seminari didattici dell'ALSIA, tenutosi nei giorni scorsi in videoconferenza su piattaforma Zoom. Un’attività preziosa, quella del censimento, realizzata dall’Agenzia per tutelare e valorizzare l’agrobiodiversità del nostro territorio attraverso un progetto specifico, Fi.No.Pom, finanziato dalla Regione Basilicata con la misura 10.2 “Agrobiodiversità” del PSR, il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.
Gli alberi patriarchi, come ha spiegato nel corso della videoconferenza il direttore dell’ALSIA, Aniello Crescenzi, “ci raccontano la storia del paesaggio e la storia dell’alimentazione, e a livello scientifico sono custodi di testimonianze genetiche preziosissime. Un autentico archivio vivente di memorie, insomma, da tutelare e salvaguardare”.
Olivi, castagni, fichi, ciliegi, viti, gelsi centenari sono presenti un po’ ovunque sul territorio regionale. Alcuni ancora in buone condizioni meccanico-vegetative. La loro conservazione è molto importante per il valore storico, culturale e scientifico che rivestono.
Le schede di segnalazione pervenute finora riguardano piante dislocate in particolar modo nell’Area Sud della Basilicata e nel Melfese. Ma siti interessanti non mancano a Ferrandina, con i suoi ulivi, a Matera e Rotondella. Le schede finora fanno riferimento a 12 specie: melo, fico, ciliegio, gelso, vite, olivo, sorbo, noce, mandorlo, carrubo, castagno e giuggiolo.
Ma l’opera di ricerca dell’ALSIA non si ferma. Tutti possono segnalare un albero “eccezionale”: agricoltori, tecnici, anche viandanti ed escursionisti. Le piante oggetto del censimento – è stato spiegato nel seminario - dovranno avere caratteristiche particolari con riferimento alle loro caratteristiche “fisiche” oppure a ciò che rappresentano per la storia e le tradizioni locali. Alla segnalazione di un potenziale albero patriarca, seguiranno la ricerca storica e documentale, l’attività di campo, la creazione di un database, il dossier per il riconoscimento e la pubblicazione finale. Nel lavoro di censimento saranno inclusi anche frutti “minori”, come il sorbo o il corbezzolo.
Non si esclude, poi, che i patriarchi da frutto così censiti possano addirittura essere proposti come “Alberi monumentali”, ai sensi della legge nazionale n.10 del 14 gennaio 2013.
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