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02polizia.jpgA partire dalle prime ore di questa mattina, sono state eseguite 29 ordinanze di custodia cautelare, di cui 8 in carcere, 11 agli arresti domiciliari e 10 dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di vari soggetti, tra cui elementi di spicco della criminalità organizzata operanti nel materano, ritenuti responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e altri gravi delitti.
L’operazione, denominata “Paride”, è il frutto di indagini condotte dalla Squadra Mobile di Matera e dagli agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Potenza ed è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Potenza.
Le misure cautelari, che hanno interessato i territori di Matera, Bernalda, Policoro, Montescaglioso, Scanzano Jonico, Pisticci, Altamura (BA), Manduria (TA), Eboli (Sa), sono state eseguite unitamente a 42 provvedimenti di perquisizione personale e domiciliare disposti dal magistrato titolare delle indagini.
Sono stati impiegati circa 150 agenti della Polizia di Stato delle Squadre Mobili di Matera e di Potenza, coadiuvati dagli operatori del Reparto Prevenzione Crimine “Basilicata”, “Puglia”, “Campania”, “Lazio” e “Calabria”, con l’ausilio di unità cinofile e la copertura aerea di un elicottero della Polizia di Stato.
Le indagini hanno preso avvio con il rinvenimento lo scorso mese di dicembre, in agro del comune di Bernalda, di 1,2 kg. circa di cocaina, 2,7 kg circa di hashish suddivisi in 27 panetti, 125 gr di marijuana, 2 fucili da caccia, 5 pistole revolver e semiautomatiche, circa 5.000 proiettili di vario calibro e potenzialità, 4,5 kg di materiale esplodente, costituito da diversi ordigni e manufatti esplosivi completi di miccia.
Oltre al territorio di Bernalda, divenuta nel tempo la più importante piazza di spaccio della Basilicata, l’organizzazione malavitosa vedeva la propria operatività estesa anche ai comuni materani di Policoro, Scanzano Jonico, Pisticci, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Miglionico, Calciano, Salandra, Valsinni, Peraltro, a Bernalda, ove convergevano anche esponenti di criminalità di altri territori e regioni per approvvigionarsi di sostanze stupefacenti, a dimostrazione della crescente centralità del territorio lucano nel contesto del traffico di droga.
La pericolosità del gruppo criminale era anche legata alla sua capacità di trattare, “alla pari”, con clan di criminalità organizzata del Metapontino quali gli Scarcia e gli Schettino e D’Elia, nei cui confronti gli arrestati agivano mantenendosi equidistanti.
Nel corso dell’attività, condotta anche mediante la registrazione di immagini di telecamere, sono stati monitorati e successivamente riscontrati centinaia di episodi di spaccio. È stato altresì rilevato che, tra le centinaia di consumatori che si rifornivano dal gruppo il cui epicentro era Bernalda, molti erano soggetti insospettabili, padri di famiglia. Alcuni di questi consumatori erano addirittura giunti a prosciugare tutti i propri risparmi pur di acquistare stupefacenti; in casi estremi, arrivavano persino a lasciare in pegno agli spacciatori le proprie carte bancomat, assegni, gioielli con rilevante valore affettivo, documenti personali e patenti di guida.
Il volume d’affari del gruppo si aggirava intorno ai 120 mila euro al mese, con acquisti all’ingrosso da fornitori albanesi o marocchini, e una vendita al dettaglio che si realizzava attraverso una capillare rete di pusher che agivano non solo nel territorio di Bernalda ma anche in altri comuni del Materano.
Il gruppo era in grado di acquistare con denaro in contante le partite di stupefacenti e di ottenere pertanto condizioni di acquisto più favorevoli sul mercato.