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Antonio_Peppino_eil_cane_barone.jpgLa Provincia di Matera si farà portavoce per sensibilizzare la Regione Basilicata e i Comuni della provincia a trovare le risorse necessarie affinché l’appello di Ulderico Pesce, sulla tela ritrovata, dipinta da Carlo Levi, non cada nel vuoto

Il presidente dell'Amministrazione provinciale di Matera ha accolto con vivo interesse l'appello del regista e attore Ulderico Pesce.

L’artista lucano, a conclusione della rappresentazione teatrale “Luce del Sud”, andata in scena nel chiostro di San Domenico, sede della Prefettura di Matera, ha evidenziato l’importanza del dipinto realizzato da Carlo Levi nel 1935, durante il confino trascorso ad Aliano. Si tratta dell’olio intitolato “Antonio, Peppino e il cane Barone”, soggetti protagonisti di una grande tela di cui si parla anche nell’opera letteraria “Cristo si è fermato a Eboli”.

“L’Amministrazione provinciale riconosce nelle espressioni pittoriche e letterarie di Carlo Levi, di cui si celebrano i 120 anni dalla nascita, l’impegno di un’intera esistenza. Una vita in cui hanno prevalso i segni di un messaggio esistenziale e con esso la volontà conoscitiva e politica espressa ai più alti livelli. E’ il modo migliore per accostarsi a un’opera in grado di dare senso a una classicità che da sempre esprime l’affermazione dei valori umani e ribadisce costantemente la loro permanenza.

Nel caso della Basilicata, emergono con grande attualità le espressioni di un Sud comune a tanti Sud del mondo. In questa prospettiva, Carlo Levi, è riuscito a dare centralità ai margini offesi e dimenticati di un’altra Italia. L'invito implicito è, quindi, quello di cogliere con sguardo libero la profondità di ciò che ci circonda e apprezzare quella vivente verità capace di rompere i muri che resistono nel loro impasto di incomprensioni e, peggio ancora, di indifferenza.

L’Amministrazione provinciale si farà portavoce per sensibilizzare la Regione Basilicata e i Comuni della provincia a trovare le risorse necessarie affinché l’appello di Ulderico Pesce non cada nel vuoto e il patrimonio culturale della Basilicata si arricchisca di un nuovo e significativo tassello della sua cultura, tanto più preziosa quanto maggiormente riuscirà ad essere pubblicamente condivisa”.