“Un sito tira l’altro”. Il motto e la mission del Progetto Rete Siti Unesco approdano alla XXIV edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, in programma a Paestum il 27 ottobre. Il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese: “Fiero di rappresentare i 15 siti locali del Meridione d’Italia sul cui territorio è ospitato un sito Unesco”.
Sarà presentato a Paestum, il prossimo 27 ottobre, il Progetto Rete Siti Unesco, finanziato dal Ministero del Turismo, nato per dare visibilità ai territori e vero e proprio “laboratorio” sinergico tra enti locali.
Nel corso della conferenza “Chiamata alle arti: il racconto del patrimonio culturale delle Province”, organizzato da Upi Nazionale, Upi Campania e Provincia di Salerno, il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, ente capofila del progetto, ne illustrerà i contenuti, gli obiettivi e i risultati sin qui raggiunti. A Paestum sarà presente anche Giuseppe Canfora, presidente dell’associazione “Patrimoni del Sud”, che ha elaborato il progetto presentato a settembre 2011, ed è partner finanziatore.
Rete Siti Unesco ha l’obiettivo di creare una rete tra i territori del Sud Italia che ospitano un sito Unesco, per promuovere, a partire dalla capacità attrattiva di tali siti e attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, l’insieme delle rispettive risorse paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche. L’obiettivo è dare vita ad un’offerta turistica unica e integrata dei siti Unesco, per accrescerne i flussi turistici e promuoverli a vere e proprie leve per lo sviluppo di tutta l’area.
Tre i concetti base del progetto, dunque: dare visibilità ai territori; implementare la sinergia tra enti locali; far sì che, attraverso i primi due obiettivi, ciascun sito possa fungere da attrattore per gli altri.
Cinque le regioni del Sud Italia coinvolte: Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. I partner di progetto, invece, sono 15, tutti enti locali del Meridione: le Province di Matera (capofila), Barletta Andria Trani, Caserta, Foggia, Salerno; le Città Metropolitane di Bari e Palermo; i Liberi Consorzi Comunali di Enna e Siracusa; i Comuni di Alberobello, Barumini, Benevento, Matera, Monte Sant’Angelo e Noto. Partecipa anche l’Associazione Patrimoni del Sud in qualità di partner finanziatore. Recentemente ha aderito anche il LCC di Agrigento.
Il progetto, come detto, coinvolge e valorizza in rete 15 siti Unesco: I Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera; la costiera Amalfitana; il parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula; il complesso monumentale di Santa Sofia; la Reggia di Caserta con il Parco, l'acquedotto Vanvitelli e il Complesso di San Leucio; Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale; Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica; le città tardo barocche del Val di Noto; la villa romana del Casale di Piazza Armerina; l’area archeologica Su Nuraxi di Barumini; I trulli di Alberobello; Castel del Monte; il santuario Garganico di San Michele, a Monte Sant'Angelo; la Foresta Umbra; l’area archeologica di Agrigento.
“Sono fiero di rappresentare le 15 località del Meridione d’Italia, sul cui territorio è ospitato un sito Unesco, coinvolte nel progetto – ha dichiarato Marrese -. Quello che presentiamo a Paestum è un grande, unico strumento di collaborazione interregionale attraverso il quale abbiamo voluto creare sinergie e valorizzare in rete i 15 siti. Adesso quanto costruito assieme va potenziato e valorizzato per continuare a produrre vantaggi per i territori coinvolti”.
“Tramite l’Associazione che ho l’onore di presiedere – ha sottolineato Canfora - è stato costruito nel 2011 il partenariato del progetto e successivamente sono state affrontate e superate dagli enti partner molte difficoltà economiche e di carenza di personale per mantenere in vita la Rete. – sono le dichiarazioni di Canfora. – C’è una idea vincente che ha convinto i numerosi enti locali partner a continuare a collaborare durante tutti questi anni ed è quella valorizzare in rete i siti Unesco del Meridione come un unico prodotto turistico, potenziando la loro singola capacità di attrazione dei flussi turistici. E’ questo uno strumento oggi unico e indispensabile, ormai collaudato, che ha portato ad ottimi risultati e che deve essere utilizzato per risollevare i nostri territori dalla crisi economica post covid.”
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