Della recente campagna elettorale, di cui se ne sente ancora l’eco, nel rispetto delle pluralità identitarie personali e politiche la guida del Governo Nazionale, senza alcun componente Lucano all' interno, è stata affidata al centro destra. Tra entusiasmo e malumori, se ne prende atto, in attesa che quanto prima si riesca ad intervenire sui veri problemi che attanagliano la quotidianità degli Italiani. Non va tralasciato l’aspetto del malessere sociale, quello che si identifica nella sfiducia, nella rassegnazione, nella ormai non più credibilità dei cittadini verso la Politica e le Istituzioni, non si può trascurare quella forma di ribellione che si traduce nell’alta percentuale di astensionismo registrata anche nelle appena trascorse elezioni.
Il compito di questo Governo è arduo, bisogna essere celeri nel mettere in campo azioni che garantiscano il riavvio di un’Italia in ginocchio dal punto di vista economico, sociale, culturale, occorre recuperare quel divario sempre più ampio tra il popolo ed il potere. I rappresentanti di Governo non possono ignorare e calpestare la dignità di un popolo, di un elettorato, dei territori che comunemente hanno sete di rispetto ed attenzioni necessarie alle tante problematiche che, da troppo tempo, li hanno ridotti al lastrico.
Affinchè tutti questi parametri possano essere ingranati con sintonia, i rappresentanti delle Istituzioni devono garantire, ognuno nel proprio ruolo, il massimo impegno e la massima dedizione nella risoluzione dei problemi, vivendo al fianco dei cittadini, delle imprese, della scuola, della sanità e di tutto quello che rappresenta la quotidianità. Noi Lucani sappiamo bene cosa accade quando questa sinergia è assente. Da ormai quattro anni, con l’attuale Governo Regionale in carica, non siamo stati risparmiati da giudizi altrui, da teatri imbarazzanti dal punto di vista politico ed umano. Tutto è accaduto a scapito della risoluzione dei problemi, che sono rimasti sempre in fondo ad un tunnel cieco.
Nella recente campagna elettorale per le Politiche, una buona parte del Centro Studi, insieme ad una gran parte di lucani liberi e ben auspicanti ad una prospettiva migliore, abbiamo stretto alleanza intorno ad alcuni rappresentanti dell’opposizione regionale. Lo abbiamo fatto spendendo forze ed energie contagiose, a prescindere anche dai partiti di appartenenza dei candidati, ma lo abbiamo fatto nel nome della fiducia riposta negli uomini a cui convintamente avevamo immaginato di affidare le sorti della nostra Basilicata, tanto in rappresentanza ai tavoli romani, quanto per un prossimo futuro prettamente regionale.
In merito a quanto accaduto nelle ultime settimane, non ultimo nell’appena trascorso Consiglio Regionale di Basilicata, non possiamo accettare e tollerare, un tradimento di fiducia, una mancanza tesa verso un nascente progetto comune che si era inteso perseguire.
A fronte di un’affermazione di riconoscimento di inadeguatezza del Governo Bardi, da parte dei consiglieri di minoranza Braia e Polese non può e non deve seguire il fornire un assist, una pezza, un paracadute, una stampella per mantenere in piedi una maggioranza che, oggi più che mai, non ha più motivo di esistere. Nessun giudizio da parte nostra sui fatti accaduti ed oggetto della Magistratura, ci fermiamo solamente a sottolineare il quadro della mera Politica. Registriamo ancora una volta un messaggio di mancata coerenza nei confronti di un elettorato che ha creduto e si è fatto forte del ruolo di una opposizione riconoscente all’unanimità le defaillance del Governo in carica, che mancante di programmazione, di sintesi tra le forze politiche, di rappresentanze unitarie nella condivisione di intenti, non ha più nessuna caratteristica per essere definito tale.
Ed allora in nome di un recupero virtuoso del ruolo della Politica, tatticismi e metafore, non possono trovare accoglienza tra cittadini, amministratori locali, imprenditori, associazioni e tutti coloro che a maniche rimboccate ogni giorno cercano di dare lustro a questa Regione, combattendo contro chi, privo di coerenza e responsabilità sociale, cerca di distruggere progetti su cui si stava operando, probabilmente perché accecato da timori personalistici che riguardano una Politica individualista prima ancora che collettiva.