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Damir Očko - Driant Zeneli

Exploratives

Ideazione e cura di Giacomo Zaza

Ex Ospedale di San Rocco

Museo nazionale di Matera

10 settembre - 10 dicembre 2022

Prorogata all’8 gennaio 2023

Data la sua singolarità artistica e per favorirne la fruizione anche nel periodo natalizio, verrà prorogata fino all’8 gennaio 2023 la mostra Damir Očko - Driant Zeneli. Exploratives, ideata e curata da Giacomo Zaza e promossa dal Museo nazionale di Matera, all’interno dell’Ex Ospedale di San Rocco a Matera.  

“L’attenzione rivolta a Očko e Zeneli, protagonisti di una sperimentazione visiva tra le più interessanti dell’area balcanica – sottolinea il Direttore del Museo nazionale di Matera, Annamaria Mauro - esplicita l’interesse del Museo ad aprire i suoi percorsi espositivi e le sue indagini scientifiche al mondo culturale contemporaneo. Inoltre, gli spazi suggestivi del complesso monumentale dell’Ex Ospedale di San Rocco sono per il Museo dei luoghi deputati a un laboratorio propulsivo delle arti, a stretto contatto con gli scenari storici e culturali non solo di Matera ma di tutto il territorio della Basilicata.  La mostra dei due artisti a Matera è un progetto espositivo che stimola riflessioni, percezioni condivise, continui immaginari ed esperienze sensibili, proprio perché il Museo vuol essere un’esperienza visiva attiva”.

Spiega il curatore: “Con Očko a Zeneli si fa esperienza di esplorazioni fantasiose in contatto con le dimensioni performative della diversità e le attitudini umane al cambiamento. Per entrambi gli artisti l’esplorazione, in mondi esteriori e interiori, implica molteplici motivi ed espressioni che stridono con qualsiasi semplificazione. Nel caso di Damir Očko l’intervento a Matera si concentra su due costruzioni site specific, collocate nella ex chiesa (detta del Cristo Flagellato o “degli Artisti”). La prima è una parete in legno autoportante lunga oltre 16 metri, distinta da segmenti colorati alternati (rosso, nero, giallo) - che alludono all’immagine del serpente nel video DICTA I - sulla quale sono affisse quarantuno carte (tecnica mista) a formare una sorta di sequenza filmica, che restituisce una “quinta” spaziale polifonica, libera stilisticamente, in cui compaiono ritagli difformi, parole, macchie astratte e forme organiche colorate, spesso evocazioni del volto. Il ritmo scrosciante dei motivi è riconducibile alla scrittura automatica, con gesti intuitivi che generano forme indefinite inscritte dentro una narrazione inconcludente. Invece, la seconda costruzione, in combinazione con la sequenza delle quarantuno carte, è una grande torre rossa a cuspide piramidale, nel cui interno è trasmesso il video Dicta I, 2017: recitazione di una poesia composta da Očko con frammenti tratti da un testo di Bertolt Brecht del 1935 sull’importanza e la difficoltà di scrivere la verità. Ciò che si offre allo sguardo è l’esecuzione di un discorso poetico dadaista. Le parole di Brecht, allontanate dal loro contesto, sono recitate come proclami privi di senso, che intessono una drammaturgia compositiva. Dicta I esprime "fatti alternativi", ovvero, come spiega Očko, crea un senso di verità a partire da informazioni completamente false, ammiccando alle forme manipolative del mimetismo in funzione nel discorso politico. Esplorando questo mimetismo il video esprime qualcosa che sembra giusto e veritiero ma che in realtà è completamente privo di senso. I suoi primi piani conferiscono una sensazione molto fisica e umana alle immagini che, associate al riverbero della voce e del suono dalla torre in legno, emanano intensità allo spazio dell’ex chiesa.

Un altro spazio-tempo, molto vicino a quello di Očko per assonanze oniriche, è quello di Driant Zeneli che vagheggia in una dimensione indeterminata e variabile, tra obiettivi e desideri non pienamente concretizzati. Zeneli possiede uno sguardo fantasioso che, attraversando il retaggio storico dei Balcani e le paure del futuro, incarna le speranze umane, interpretandole e raffigurandole.   I suoi racconti video costituiscono il preambolo di vicende sempre in divenire (come il personaggio Mario, nel video It would not be possible to leave planet earth unless gravity esiste, desideroso di raggiungere un luogo lontano nello spazio, mentre vaga nell’enorme fabbrica abbandonata Kombinati Metalurgjik). Le sue immagini in movimento ci inducono a riflettere sui gesti che sospendono ogni giudizio e riconducono (metaforicamente) ogni pensiero alla sua purezza esistenziale. Così nel video Those who tried to put the rainbow back in the sky il lembo di arcobaleno in cemento riposto in alto sul fondo del cielo diventa un’immagine positiva di attraversamento. Oppure nelle sequenze disorientanti di Who was the last to have seen the horizon?, i protagonisti fluttuano nel buio rimettendosi continuamente in gioco con un senso di scoperta e di avventura”.

In occasione di questo progetto espositivo, nel mese di gennaio 2023, sarà pubblicato un pregiato libro bilingue (italiano-inglese), di 112 pagine, edito dalla casa editrice NFC Edizioni di Rimini, con testi del direttore del Museo nazionale di Matera, Annamaria Mauro, e del curatore della mostra, Giacomo Zaza, arricchito da una accurata documentazione delle opere e delle installazioni in mostra.

Nelle giornate del 27 dicembre 2022 e 5 gennaio 2023 (dalle ore 10:30 alle ore 13:30 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00), saranno organizzate delle visite guidate alla mostra con il curatore, previa prenotazione all’indirizzo mail mn-mt.comunicazione@cultura.gov.it.

MUSEO NAZIONALE DI MATERA

Ex Ospedale di San Rocco

Via San Biagio 31. 75100 Matera

Data: 10 settembre - 10 dicembre 2022

Proroga: 11 dicembre 2022 – 8 gennaio 2023

Orari mostra: Sab- Dom / 09:00-20:00 (ultimo accesso ore 19:00)

Chiuso il 25 dicembre 2022​