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E’ inaccettabile, questo è il commento senza appello del  Consigliere Regionale del Movimento Art.Uno Democratici e Progressisti, Giannino Romaniello, in seguito all’approvazione da parte della Giunta Regionale tesa a dare l’autorizzazione all’Eni per riattivare l’impianto Cova di Viggiano.
La Giunta Regionale di Basilicata e il Presidente Pittella, persevera nell’errore, nonché in un atteggiamento irrispettoso nei confronti dei rappresentanti istituzionali e le parti sociali del territorio, infatti come già avvenuto il 31 marzo scorso, con la chiusura, oggi la Giunta assume la decisione di riaprire il Cova di Viggiano senza aver aperto un tavolo di confronto, trasparente con la comunità lucana tutta, che ancora attende di conoscere le cause di tutti gli incidenti avvenuti negli anni, amplificati dallo sversamento delle 400 tonnellate di greggio (equivalente a 6000 metri quadrati di sottosuolo) nel sottosuolo lucano nel periodo di agosto a novembre 2016, causato da “una perdita” dal serbatoio D del Centro Oli della Val d’Agri. Il Cova è fermo per l’esattezza dal 18 aprile scorso, quando una delibera di Giunta chiese lo stop degli impianti a fronte delle inadempienze e dei ritardi della compagnia rispetto “alle prescrizioni regionali”. Delibera notificata, tra l’altro, dopo che Eni aveva già sospeso le attività.
La scelta di far riaprire l’impianto senza prima aver fatto una vera e propria azione di trasparenza e verità coinvolgendo le istituzioni locali, parti sociali, associazioni del mondo ambientalista è talmente grave se si considera che lo sversamento delle 400 tonnellate di greggio ha rappresentato un danno ambientale che si poteva evitare, con controlli accurati che pure tanti cittadini, associazioni e rappresentanti istituzionali dell’area hanno sempre chiesto. Ora la domanda è questa: quali sono le misure e azioni intraprese tese a garantire la sicurezza dell’impianto, della tutela della salute pubblica dei cittadini e dell’ambiente? Inoltre, qual è il programma di bonifica e quali garanzie ci sono affinché quando già avvenuto non si ripeta?
Non è accettabile che il governatore lucano continui ad abusare dello strumento delle conferenze stampa evitando un confronto vero e trasparente con la comunità di Basilicata.
È necessario che si attivino tutte gli strumenti per consentire che le estrazioni vengano fatte in piena sicurezza, con modalità capaci di garantire la tutela dei lavoratori, dei cittadini e dell’ambiente, e che si affronti in maniera lungimirante il tema della necessità di riaprire una discussione tesa a fornire la Regione e il Paese di un nuovo piano energetico, capace di uscire dalla dipendenza dal greggio, investendo nelle energie rinnovabili, ma anche qui, procedendo con una nuova marcia più spedita, tesa ad evitare la speculazione, il deturpamento dell’ambiente, e quindi la necessità di una vera e scrupolosa regolamentazione, basti pensare in tal riguardo a quello che sta avvenendo nella nostra regione in merito all’utilizzo disorganico dell’eolico.
Ancora una volta siamo costretti ad evidenziare che quanto accaduto è riconducibile ad una sottovalutazione dell’imbatto che in pianti complessi come il Cova hanno sull’ambiente e sul territorio circostante, denunciando i forti ritardi nel potenziamento di Arpab da una parte e dello stesso dipartimento ambiente dall’altro, in cui sarebbe stato opportuno strutturare un’area specifica sul tema energie e petrolio con adeguate competenze professionali, nonché coinvolgere con appositi protocolli la università di Basilicata e i centri di ricerca a partire dal CNR di Tito.
Il consigliere Romaniello conclude auspicando che nei prossimi giorni anche se con ritardo (considerato che la delibera di riapertura è già stata adottata), la Giunta riferisca in modo puntuale al Consiglio, anche attraverso la commissione competente sulla materia, come d’altronde chiesto nel consiglio regionale del 14 luglio.