Ideato per trasformare le scuole in luoghi di incontro e dialogo tra giovani e comunità locali attraverso il linguaggio espressivo degli artisti selezionati, il progetto aveva l'obiettivo di utilizzare la street art come strumento chiave per la rigenerazione urbana nelle periferie e nei borghi lucani sulla base del convincimento che questa forma espressiva offra un nuovo modo di fruire degli spazi pubblici, invitando i giovani e gli abitanti dei luoghi ad avvicinarsi all’arte e a esplorare attivamente l’ambiente circostante.
Il primo step è stato realizzato all’Itse “Manlio Capitolo” di Tursi, città con significativa importanza storico-artistica, soprattutto per la Rabatana. Qui, lo street artist Arcadio Pinto, noto come Krayon, ha dato vita a un’opera che utilizza la tecnica della pixel art, combinando astrattismo e suggestioni figurative. L’opera, focalizzata sul “fregio” dell’edificio, esprime le diverse tonalità dei colori, dall’astrattismo delle linee al chiaro riferimento al paesaggio dei calanchi.
Il secondo intervento è stato completato presso l’Istituto commerciale Loperfido-Olivetti di Matera ed ha visto la partecipazione dell’artista lucano Luca Bia. Con uno stile figurativo distintivo, Bia ha contribuito a valorizzare gli spazi della scuola, inserendosi nel contesto di progetti precedenti come “Dalla Bruna alla Luna”, curati dalla Momart Gallery del direttore artistico Monica Palumbo.
“La scelta di affidare il progetto alla Momart Gallery – ha spiegato il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese - è stata motivata dalla sua esperienza nel campo dell’arte pubblica e nella valorizzazione degli artisti locali. La presenza di Luca Bia a Matera, sua città natale, è stata un elemento fondamentale nella realizzazione dell'intervento artistico ed ha coinvolto anche l’artista barese Nico Skolp, noto nel mondo del writing per la sua interpretazione geometrica delle lettere e per l’utilizzo di forme astratte”.
La collaborazione tra Bia e Skolp ha prodotto a Matera un’opera di grande impatto, caratterizzata da una perfetta armonia di toni cromatici e forme geometriche, dove un aeroplano, simbolo dell'aeronautica, emerge su una base astratta e geometrica, arricchendo così l'indirizzo della scuola con un'iconografia visiva suggestiva. Un connubio, quello tra Bia e Skop, che arricchisce l'estetica del luogo e favorisce anche la congiunzione di questa parte della città con l’area di maggiore attrazione turistica, creando un legame significativo tra le due zone urbane.