animazione.gif

aliano.jpeg 

Il sindaco De Lorenzo “la candidatura mette a sintesi tutto quello che ad Aliano già accade”

La cultura ha un valore e potere trasformativo, serve a cambiare e governare le trasformazioni. Aiuta a elaborare, nell’ordine, prima una visione di sviluppo territoriale, poi una strategia e, infine, un progetto.

È la cultura il paradigma attraverso cui ricercare risposte nuove alla crisi ecologica e ristabilire un riequilibrio dei modelli economici, sociali e territoriali.

Ciò vale a maggior ragione in quei contesti minori, marginali, periferici, chiamati paesi (o borghi) e aree interne.

È quanto accade, già da diversi anni, ad Aliano, un paese di 800 abitanti della montagna materana, un paese che ha superato il vittimismo proprio delle aree interne e ha costruito la propria visione di sviluppo intorno alla cultura.

Fermamente ancorato a questa visione, il sindaco Luigi De Lorenzo, convinto che “il processo culturale contribuisce prima di tutto alla crescita civile, alla qualità sociale e alla coesione territoriale; si fa critica del presente e ricerca del nuovo, partendo dalla conoscenza di quello che è stato; rappresenta un fondamento di futuro”.

Questa la ragione della candidatura di Aliano, terra dell’altrove, a Capitale Italiana della Cultura per il 2027.

Aliano è un esempio concreto di come la cultura possa generare energie tra le persone e i luoghi. Cultura intesa non tanto come evento – qui da 13 anni si svolge il Festival di paesologia “La Luna e i Calanchi” - quanto piuttosto come contenitori e produzione culturali.

La candidatura mette a sintesi tutto quello che ad Aliano già accade, in un progetto organico – quello descritto nel Dossier - che tiene insieme il materiale e l’immateriale, l’evento eccezionale e la quotidianità, in uno sforzo collettivo che può produrre una nuova comunità, un nuovo dinamismo economico e, soprattutto, un nuovo umanesimo delle aree appenniniche e montane.

La nostra visione è frutto di consapevolezza, riconoscimento delle risorse locali e politiche di sistema e valorizzazione delle nostre specificità. Il Dossier di candidatura – aggiunge il sindaco De Lorenzo - si fa narrazione coerente di quello che c’è, uno story-telling che diventa place-telling, cioè racconto dei luoghi, nel rispetto delle loro vocazioni, dei valori delle comunità locali, del rapporto tra natura e cultura”.

Non si tratta di un semplice processo di valorizzazione, quanto piuttosto di un percorso di patrimonializzazione delle risorse locali, cioè di qualcosa che ha valore e che si inscrive nell’orizzonte di rigenerare e, quindi, riabitare i luoghi.