20 novembre 2018, ore 16.30 - Aula Magna Cossu
Si presenta anche a Bari il libro “Il lucano che inventò le 500 lire”, edito quest’anno da Edigrafema e curato da Pino Suriano, insegnante, giornalista e presidente della Società Dante Alighieri Comitato di Matera, grazie al contributo della Regione Basilicata e alla partnership della Banca di Credito Cooperativo di Basilicata. Il libro raccoglie i racconti di viaggio di Nicola Ielpo (1937-2012), ex direttore della Zecca di Stato dal 1979 al 1999, noto per aver registrato, nel 1982, il brevetto per la moneta bimetallica (per noi quella da 500lire).
L’incontro ha ricevuto il patrocinio dell’Università degli Studi di Bari e si svolgerà proprio in Ateneo nell’Aula Magna Cossu alla presenza del Magnifico Rettore, professor Antonio Uricchio.
Dopo il saluto del Rettore, sono previsti quelli di Domenico Viola, docente di Statistica all’Università degli Studi di Bari. Assieme al curatore Suriano interverranno l’editore Antonella Santarcangelo, lo scrittore Enzo Varricchio e l’ingegner Vincenzo Mascioli, già vice direttore della Zecca, stretto collaboratore di Ielpo per circa un decennio.
L’iniziativa rientra nel calendario italiano dell’Anno europeo pubblicato sul sito www.annoeuropeo2018.beniculturali.it. Tutti gli incontri su Ielpo, infatti, hanno ottenuto il Marchio Europeo del Mibact per il2018.
Le ragioni del riconoscimento sono legate alla dimensione europea della figura di Ielpo. Tra le sue principali intuizioni professionali, oltre alla nota invenzione bimetallica, ci fu infatti l’animazione del Gruppo di lavoro internazionale (Mdwg - Mint Directors Working Group), che riunì i pirncipali esperti europei di numismatica con il compito di definire la serie unica di monete europee, a partire dai primi anni ’90. Un “padre” dell’euro.
“Finché c’è gente come Nicola Ielpo, l’Italia non è perduta” scrisse il filosofo e intellettuale tedesco Hans Magnus Enzensberger, che nel 1987 giunse in Italia per un dossier, poi tradotto in italiano e pubblicato sull’Espresso, pensando di trovare alla Zecca chissà quale monumento di inefficienza, secondo il tipico costume italiano, e invece trovò Nicola Ielpo e una “macchina” che funzionava alla grande.