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foto oeprazione metapontino.jpg“Centouno“ è il nome dell’ operazione antimafia condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Matera e del R.O.S., dalle prime ore di questa mattina, a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale della Procura della Repubblica di Potenza. L’intervento delle forze dell’ ordine ha portato all’ emissione di un’ ordinanza di custodia cautelare personale in carcere ed agli arresti domiciliari, emessa nei confronti di 21 indagati. Impegnati nell’ operazione 150 Carabinieri, coadiuvati da unità cinofile e dal supporto di un elicottero. I dettagli sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa, che si è tenuta questa mattina presso la Procura della Repubblica di Potenza. Gli inquirenti ritengono che i presunti colpevoli abbiano fatto parte, a vario titolo, di un’associazione di stampo mafioso con base a Scanzano Jonico, dedita al racket delle estorsioni, tentato omicidio, richieste di pizzo, incendi ai danni di aziende agricole operanti nel settore orto-frutticolo e di aziende edili del Metapontino, rapine e spaccio di stupefacenti, vicinanza alla 'Ndrangheta, pestaggi per droga e «tutela economica» dei detenuti con i proventi delle estorsioni. I reati accertati sono stati commessi sul litorale jonico lucano a partire dal 2016, ed in particolare nei comuni di Policoro e Scanzano Jonico. Chiari i segnali intimidatori ai danni di imprenditori per convincerli a pagare il pizzo, fiori e lumini votivi lasciati di fronte al cancello del cantiere, o alla porta della sede della società. In caso particolare di minaccia, oltre ai fiori e lumini, è stato lasciato anche un candelotto contenente esplosivo. A guidare il clan un ex carabiniere, Gerardo Schettino, attualmente detenuto nel carcere di Agrigento. Gli arresti odierni eseguiti hanno decapitato il clan “Schettino”, che opera sulla costa ionica, e al quale la DDA, già nell’ottobre 2018, inflisse un duro colpo con un’ operazione che portò all’esecuzione di altre 25 misure cautelari. Tra i raggiunti dalla nuova misura cautelare, nove persone sono state condotte in carcere ed otto agli arresti domiciliari. Notificati dai Carabinieri, anche, tre obblighi di dimora e un obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Il clan difendeva gli affiliati e regolava i conti, arrivando in un caso a pestare, per tre giorni consecutivi, una persona colpevole di aver macchiato il lenzuolo di un vicino appartenente al clan.

I destinatari dei provvedimenti sono i seguenti: Schettino Gerardo, nato a Viggianello (PZ) il 25.10.1964, attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Agrigento, ex Carabiniere (capo e promotore del sodalizio);Porcelli Domenico, nato a Bitritto (BA) il 25.11.1973, attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Nuoro (organizzatore del sodalizio); Schettino Giuseppe, nato a Bari il 28.02.1988, figlio del suddetto; Schettino Gerardo, attualmente agli domiciliari a Scanzano Jonico (MD (partecipe al sodalizio); Catalano Alessandro, nato a Bari il 16.09.1991 e residente a Scanzano Jonico (MT), genero del suddetto Schettino Gerardo (partecipe al sodalizio);Cirelli Giuseppe, nato a Policoro (MT) il 05.02.1990 e residente a Scanzano Jonico (MT), attualmente agli arresti domiciliari (partecipe al sodalizio); Capece Giuseppe, nato a Santeramo in Colle (BA) il 10.01.1990 e residente a Scanzano Jonico (MT) (partecipe al sodalizio); Corrado Vittorio, nato a Stigliano (MT) il 25.07.1986 e residente a Scanzano Jonico (MT) (partecipe al sodalizio); Fittipaldi Leonardo, nato a Policoro (MT) il 28.11.1987 e residente a Scanzano Jonico (MT) (partecipe al sodalizio) sottoposto all’obbligo di dimora; Iannuzziello Leonardo Rocco, nato a Policoro (MT) il 27.09.1997 e residente a Scanzano Jonico al sodalizio); Latronico Giuseppe, nato a Policoro (MT) il 03.02.1963 e residente a potenza, attualmente agli arresti domiciliari a Pignola (PZ) (partecipe al sodalizio); Marone Daniele, nato a Pisticci (MT) il 10.10.1984 e residente a Scanzano Jonico (MT) (partecipe al sodalizio) sottoposto all’obbligo di dimora; Melodia Domenico Ventura, nato in Germania il 04.04.1974 e residente a Matera, attualmente agli arresti (partecipe al sodalizio); Moraniello Myriam, nata a Policoro (MT) l’1.05.1980 (partecipe al sodalizio);Ventimiglia Nicola, nato a Chiaromonte (PZ) il 04.12.1990 e residente a Policoro (MT) (partecipe al sodalizio);WILK Lukasz Marcin, detto “Luca”, nato a Chrzanow (Polonia) il 10.09.1996 e residente a Policoro (MT) (partecipe al sodalizio);WILK MATEUSZ JAKUB, detto “Matteo”, nato a Chrzanow (Polonia) il 23.09.1997 e residente a Policoro (MT) (partecipe al sodalizio);Cuppone Francesco, nato a Policoro il 04.10.1984 e residente a Scanzano Jonico (MD, attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Potenza (partecipe al sodalizio); Di Domenico Piero, nato ad Avelhno il 03.04.1967 e residente a Pisticci (MT), attualmente detenuto nella Casa di Melfi CZ) (partecipe al sodalizio); Lopatriello Mario, nato a (MT) il 22.08.1970, attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Melfi (PZ) (partecipe al sodalizio); Castelluccio Giovanni, nato a Policoro (MT) il 31.05.1987 sottoposto all’obbligo di presentazione alla P.G.; De Paola Salvatore, nato a Policoro (MT) il 25.10.1992 e residente a Montalbano Jonico (MT), sottoposto all’obbligo di dimora. I principali reati contestati sono: associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis c.p.); spaccio di sostanze stupefacenti (art. 73 del D.P.R. 309/1990); incendio e danneggiamento a seguito di incendio (art. 424 e 423 c.p.); minaccia aggravata dal metodo mafioso (art. 612 c.p. aggravato dall’art. 416-bis 1 c.p.); estorsione agravata dal metodo mafioso (art. 629 c.p. aggravato dall’art. 7 legge 203/1991); detenzione e porto illegale di armi (artt. 2, 4 e 7 legge 895/1967); tentato omicidio aggravato e lesioni personali (artt. 56, 575, 577 e 582 c.p.). Tramite intercettazioni telefoniche, pedinamenti, perquisizioni e sequestri, anche in flagranza di reato, è stato possibile accertare l’esistenza di un’organizzazione criminale che aveva armi a disposizione, riusciva a raccogliere risorse economiche con l’ attività di spaccio dei suoi gregari, e finanziava anche i sodali e le famiglie, durante la carcerazione dei suoi associati. Il clan, inoltre, riutilizzava i proventi raccolti in fiorenti attività economiche, che gestiva, anche indirettamente, incutendo terrore nella popolazione con atti di forza eclatanti o manifestazioni sui social, che servivano a rivendicare la propria forza e coesione; non da ultimo condizionava le attività economiche di imprenditori non vicini al gruppo mediante gravi minacce. Tra i vari episodi riportati dagli inquirenti: la rapina al supermercato “QUI’ Discount”, in Policoro, aggravata dall’uso di armi da fuoco, avvenuta il 2 gennaio 2019; la Minaccia aggravata confronti giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Mele; l’ incendio nell’ azienda agricola in Scanzano Apofruit; la tentata estorsione in danno dell’impresa edile Sinnica Service S.r.l., mediante apposizione di fiori, lumini votivi e un candelotto contenente esplosivo posto davanti il cancello del cantiere, in Montalbano Jonico; il tentato omicidio, mediante esplosione di colpi di arma da fuoco, nei confronti di Bashiru Abdul Mumin, cittadino ghanese, in Policoro; la tentata estorsione in danno dell’impresa edile Donadio Giorgio S.r.l., mediante apposizione di fiori e lumini votivi davanti la porta di ingresso dell’ufficio, in Scanzano Jonico. Il procuratore di Potenza, Francesco Curcio, e la pm Anna Gloria Piccininni hanno, altresì, evidenziato come il controllo sul territorio da parte del clan fosse capillare e costante, sostenuto da “un diffuso clima di omertà”, che ha portato alla denuncia di alcuni episodi, ma in “modo frammentario e generico”.
Antonella Domenica Gatto