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06QqXJA11-p4a721-610x350(1).jpgMai più concessioni di immobili, sale istituzionali, spazi pubblici e strutture comunali ad organizzazioni o associazioni che si richiamano all’ideologia fascista o che facciano riferimento a discriminazioni razziali, etniche, religiose o sessuali.
E’ il contenuto della mozione presentata dai Giovani Democratici di Policoro tramite il consigliere comunale del Partito Democratico Francesco Mitidieri.
Mozione approvata dal Consiglio Comunale della città jonica ieri, 28.5.2019, col voto contrario di soli 4 consiglieri di opposizione, e con la quale il comune di Policoro si è dichiarato AntiFascista e contrario ad ogni forma di discriminazione.
Non è un caso che la presente mozione sia stata discussa proprio il 28 maggio, come sottolineato dal Presidente del Consiglio Comunale Domenico Ranù: il 28 maggio del 1973, a Brescia, durante una manifestazione contro il terrorismo fascista, fu fatta esplodere una bomba in Piazza della Loggia, provocando la morte di 8 persone e il ferimento di altre 102.
Soddisfatti i ragazzi dei Giovani Democratici i quali, tramite il proprio segretario Pasquale Labollita, ci tengono a sottolineare:“Il fascismo si manifesta in diverse forme e spesso in maniera subdola, incitando all’odio razziale e alle discriminazioni e ripresentandosi ciclicamente in momenti storici di forte disagio sociale ed economico. Di fronte a rigurgiti di un passato tragico come quello del fascismo, la democrazia ha il diritto di difendersi.
Non si tratta di pratiche antidemocratiche, di restrizioni o di censure, come affermato dai consiglieri di opposizione col loro voto contrario. Siamo democratici e convinti sostenitori del pluralismo. Semplicemente, si tratta di rispettare la Costituzione, i suoi principi e i suoi valori. Chiunque ha il diritto di esprimere la propria opinione e di manifestare liberamente. A patto, però, di riconoscere, quale condizione imprescindibile, le norme, i principi e i valori che i padri costituenti hanno sancito come fondamentali per la giusta convivenza civile e politica.”
Secondo la mozione, denominata “Condanna delle organizzazioni neofasciste e misure da attuare contro ogni eventuale presenza neofascista organizzata”, tutte “le domande per la concessione di spazi ed aree pubbliche dovranno contenere la specifica dichiarazione con la quale il richiedente attesti di essere a conoscenza e di impegnarsi a rispettare la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana secondo la quale è vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista; l’articolo 3 della Costituzione Italiana; la legge n° 645 del 20 giugno del 1952 e la legge n.205 del 25 giugno 1993, vietando categoricamentetali spazi, suoli pubblici e sale di proprietà del Comune a coloro i quali non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, xenofobi, razzisti e omofobi.
Un lavoro, quello dei Giovani Democratici, e dell’Amministrazione Comunale di Policoro che ora costituisce un punto di riferimento per altre Amministrazioni della Provincia di Matera e non solo, visto che Policoro è il primo comune della Provincia di Matera ed il terzo in Basilicata ad aver aderito, in maniera effettiva, all’appello portato avanti con forza dall’ANPI denominato “Case della Democrazia”, grazie al quale, in tutta Italia ogni giorno, si allunga sempre più l’elenco dei comuni che hanno approvato provvedimenti normativi che vietano spazi pubblici ai fascisti, ai razzisti, xenofobi ed omofobi di ogni tipo.
Queste battaglie devono intrecciare lotta politica e crescita culturale. Sono più attuali che mai e devono essere condotte in tutti i luoghi della democrazia, in Parlamento, sui banchi di scuola, nei libri, in Tv e sui giornali.
Perché, appunto, anche nel XXI secolo la democrazia ha il diritto di difendersi e gli antifascisti, che hanno costruito la democrazia in Italia, sono le sue sentinelle.
Policoro diviene, quindi, il primo comune della provincia di Matera ed il terzo in Basilicata, dopo Lavello e Sasso di Castalda, a dichiararsi Antifascista e a porre un argine istituzionale alla forte deriva neofascista, razzista ed omofoba che sta colpendo, purtroppo, il nostro Paese.

Di seguito il testo integrale della mozione approvata.

Mozione ex art. 20, Regolamento per il Funzionamento del Consiglio e delle Commissioni Consiliari “Condanna delle organizzazioni neofasciste e misure da attuare contro ogni eventuale presenza neofascista organizzata”
PREMESSO CHE
sono sempre più frequenti le manifestazioni promosse da organizzazioni neofasciste, di estrema destra, omofobe e razziste, portatrici di valori ed idee che si collocano al di fuori del perimetro costituzionale e dell’ordinamento repubblicano, nonché dei principi fondamentali della convivenza civile e del rispetto della dignità umana, cavalcando le paure e le condizioni di una larghissima fetta di popolazione per la quale non esistono lavoro, istruzione, tutele e diritti.
CONSIDERATO CHE
nel dispiegarsi della crisi produttiva e sociale, si affermano, assieme alla sfiducia nelle Istituzioni democratiche,  pericolose forme di pensiero antipolitico, populista e revisionista, che possono facilmente sfociare in manifestazioni all'insegna del neofascismo, del razzismo e della xenofobia.
CONSIDERATO ALTRESI’ CHE
anche nella nostra regione già esistono raggruppamenti di ispirazione neofascista, che cavalcano la crisi per insediarsi nelle fasce meno istruite della popolazione. Fra questi spiccano le organizzazioni denominate “Forza Nuova” e “Casapound”, i cui membri si definiscono pubblicamente “i fascisti del terzo millennio”;
VISTA
la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica italianache dispone, al comma primo, “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”;
VISTA
la legge 20 giugno 1952, n. 645 (Norme di attuazione della XII disposizione transitoria efinale (comma primo) della Costituzione), che punisce la riorganizzazione del disciolto partito fascista dettando la disciplina definitoria e sanzionatoria dei reati di apologia e manifestazioni fasciste;
VISTO ALTRESI’
l'articolo 1 del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122 (Misure urgenti in materia didiscriminazione razziale, etnica e religiosa), che stabilisce che “È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”;
RICORDATO CHE
la libertà di associazione, garantita e tutelata dall'articolo 18 della Costituzione, deve avvenire nel rispetto dei principi costituzionali;
RICORDATO ALTRESI’ CHE
alcune amministrazioni locali, quali quella di Calvello e Sasso di Castalda (PZ) - anche sulla scorta di recenti episodi e manifestazioni che hanno fatto esplicito riferimento nella loro azione politica a ideologienaziste, fasciste e/o razziste - al fine di dare concreta attuazione e rafforzare le garanzie a tutela dei diritti sopra richiamati, hanno previsto l'obbligo di allegare alla domanda di concessione per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche e per l'utilizzo di sale ed altri luoghi di riunione di proprietà comunale, una dichiarazione esplicita che contenga i seguenti impegni del richiedente:
• - di riconoscersi nei principi e nelle norme della Costituzione italiana e di ripudiare il fascismo;
• - di non professare e non fare propaganda di ideologie neofasciste, in contrasto con la Costituzione e la normativa nazionale di attuazione della stessa;
• - di non perseguire finalità antidemocratiche, esaltando, propagandando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la Costituzione e i suoi valori democratici fondanti;
• - di non compiere manifestazioni esteriori inneggianti le ideologie fascista;
• - di non compiere manifestazioni omofobe e razziste;
RITENUTO CHE
le Istituzioni democratiche di tutti i livelli debbano costruire un argine contro rigurgiti fascisti, razzisti, xenofobi, prima che le stesse vengano travolte dai suddetti fenomeni;
CON LA PRESENTE MOZIONE
CHIEDE E IMPEGNA
il Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale
- a farsi carico del mantenimento della memoria storica, con iniziative culturali in collaborazione con le scuole e nei luoghi di aggregazione;
-  a portare il problema dei nuovi fascismi all'attenzione della popolazione ed in modo particolare dei soggetti più giovani e vulnerabili dalla mitologia neofascista affinché sia mantenuta la memoria storica e sia posto all’attenzione, soprattutto delle giovani generazioni, l’affacciarsi di nuovi fascismi che mettano in discussione i principi democratici e di pacifica convivenza;
- ad escludere qualunque tipo di presenza o manifestazione sul territorio di Policoro delle organizzazioni che si ispirano al fascismo, anche specificando i casi suddetti nel regolamento comunale sulla concessione di spazi pubblici;
-  a garantire il rispetto della legalità democratica, promuovendo direttamente azioni legali in ogni eventuale futuro caso di violazione delle suddette leggi o di violazione dei divieti espressi dal Comune;
- ad effettuare la modifica del regolamento comunale in materia di occupazione di suolo pubblico al fine di includere, al momento della richiesta di autorizzazione, una dichiarazione esplicita di riconoscimento dei valori antifascisti espressi nella Costituzione italiana e dall’ordinamento repubblicano;
- a non concedere spazi o suoli pubblici a coloro i quali non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti e omofobi e che rifiutino di firmare la dichiarazione suesposta;
-  ad istituire meccanismi di intervento che consentano di negare il rilascio dell’autorizzazione di occupazione del suolo pubblico a partiti politici/associazioni che, pur avendo sottoscritto la suddetta dichiarazione, presentino richiami all'ideologia fascista, alla sua simbologia, alla discriminazione razziale, etnica, religiosa o sessuale, verificati a livello statutario, ove lo statuto è presente, o dell’attività pregressa o per accertata violazione delle leggi Scelba e Mancino;
-  ad una più severa applicazione della legge n.645 del 1952 (legge Scelba) e della legge n.205 del 1993 (legge Mancino). Il Comune deve promuovere direttamente azioni legali in caso di violazione delle suddette leggi sul territorio comunale.

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