Abbiamo proposto un cambiamento utile che la maggioranza ha bocciato, a danno di tutta la Basilicata. Neanche quando proponiamo semplificazioni utili, il centro destra prova ad attuarli: per loro il termine rimane solo uno spot e uno slogan.
“Non si é reputato utile allargare a possibili beneficiari i singoli comuni, sui quali insistono i beni o la stessa Regione per il trasferimento dei beni immobili e delle infrastrutture delle comunità montane in liquidazione, il cui percorso dura da 10 anni, ne prendiamo tristemente atto. Senza altre modifiche, di questo passo, la situazione durerà almeno altri 10 anni. La gestione dei commissari liquidatori delle soppresse 14 Comunità Montane é stata solo prorogata di sei mesi a partire dalla nomina dei commissari liquidatori, gli strumenti a disposizione rimangono per ora gli stessi di prima: unici beneficiari possibili le unioni dei comuni e in Basilicata ne esiste solo una.
Bocciare l’emendamento, da me presentato, alla modifica del disegno di legge è da ritenersi, ancora una volta, una occasione persa. Si poteva consentire, senza aggravi di spesa, tra l’altro, alle prossime gestioni liquidatorie di individuare come soggetti beneficiari sia i singoli comuni nei quali ricade il bene (previa intesa con gli altri Comuni della Comunità Montana, ad esempio l’Area Pip di Stigliano) oppure, dopo valutazione di congruità e convenienza, la Regione stessa. Rientrarne in possesso poteva rendere utile ed efficace l'azione del commissario che rischia così l'immobilismo e conseguente perdita di ulteriore tempo e risorse economiche, oltre che di opportunità per le nostre comunità.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“La Regione deve compiere ogni sforzo - prosegue Braia - per accelerare e completare il processo di liquidazione. L’emendamento che avevo presentato in merito alla gestione delle infrastrutture e dei beni immobili di proprietà delle soppresse Comunità Montane ne prevedeva la possibilità di trasferimento dai Commissari Liquidatori, previa verifica amministrativa e finanziaria, alla Regione, oppure ai singoli Comuni. Dando priorità per quelli ove insiste il bene, a seguito dell’acquisizione dei provvedimenti formali di assenso della maggioranza dei Consigli Comunali che facevano parte delle disciolte comunità montane.
Per salvaguardare e valorizzare il patrimonio pubblico è, a nostro avviso, opportuno che i Commissari Liquidatori abbiano più opzioni per individuare gli enti pubblici a cui trasferire beni immobili e infrastrutture.
Integrare le opzioni in relazione alle concrete e peculiari situazioni da risolvere, con la possibilità del passaggio anche alla Regione poteva essere realmente una svolta nell’affrontare il problema che rimane, invece, per volontà della maggioranza che ha bocciato l’emendamento, solo nei termini di una proroga. Fra qualche mese la criticità tornerà di nuovo all’ordine del giorno.
Presenteremo, pertanto - conclude Braia - chiedendone immediata discussione in prima commissione, una proposta di legge che normi definitivamente la gestione liquidatoria delle 14 Comunità Montane soppresse. La bontà di una proposta politica non può e non deve essere giudicata in base a chi la propone ma per la qualità e l’efficacia che eventualmente esprime.”