
In un momento così particolare e su un tema così delicato, Ranù fugge dall’obbligo morale di fare chiarezza e dare spiegazioni in consiglio all’opposizione e, attraverso di essa, alla intera città. Un atteggiamento del genere è l’emblema della cattiva politica, quella fatta di intese parallele, di trasversalismi, di giochi antiquati.
E poi, come se non bastasse, in chiusura dei lavori, il tentativo grottesco dello stesso Ranù di giustificare velocemente la sua contestazione di 48 ore prima con l’ora tarda e poi addirittura con la necessità di pensarci bene, assume i contorni di un vero e proprio inno alla ipocrisia, ambiguità ed opacità politiche che ormai lo hanno irreversibilmente segnato.
Cosa è cambiato in 48 ore ? Come è possibile che due giorni siano sufficienti a smentire sé stessi ? Quali le ragioni di una retromarcia così radicale ?
Non è sufficiente autoproclamarsi uomini di sinistra dai grandi ideali, per essere davvero tale. I tempi sono cambiati, e anche tanto, e per fortuna tutti i cittadini possono facilmente informarsi, farsi un’idea, approfondire, valutare criticamente e di fronte a tali possibilità non ci sono chiacchiere e paroloni che contano : ci sono i fatti, i comportamenti, in una parola la realtà. E in questo caso la realtà dice solo che mentre alcuni chiedono di fare chiarezza sulle delicate procedure degli appalti pubblici, per altri il vero ideale è e resta la amata poltrona, un comodo scranno dal quale si esercita potere e si può fare perenne campagna elettorale, alla faccia della trasparenza e della condivisione.
I consiglieri comunali
Giuseppe Maiuri, Gianluca Modarelli, Gianni Di Pierri, Enrico Bianco, Benedetto Gallitelli, Massimiliano Padula, e Giuseppe Montano