animazione.gif

 TEATRO.JPG

 

 Teatro dei Calanchi è un luogo che non vive solo d’estate, poiché i numerosi appuntamenti artistici e le giornate di spettacolo, quest’anno estese a tutti i week- end di agosto, non bastano più per raccontare l’ondata di interesse di cui questi “giganti d’argilla” sono effettivamente protagonisti. In particolare, è doveroso aprire una piccola parentesi su quelli che sono stati gli eventi e i progetti che hanno deliberatamente scelto questo luogo per porre le proprie basi, e le idee collaterali che hanno l’obiettivo di renderlo sempre più riconoscibile a livello nazionale e internazionale. Partiamo col dire che a maggio 2022 si è realizzato un evento che ha dimostrato lo spiccato interesse di partner internazionali per il nostro territorio. Quest’ultimo ha richiesto un coordinamento di diversi mesi tra Daniele Onorati, ideatore e direttore artistico di Teatro dei Calanchi, e Lodovico Marzotto Caotorta, uno dei fondatori del marchio Xamán che produce in Messico e vende anche in Europa mezcal artigianale, un distillato a base di agavi mature. La produzione è tradizionale, e non si serve di macchinari o prodotti chimici. Il prodotto finale deriva da un processo di doppia distillazione in alambicchi di rame. La sostenibilità ambientale è uno dei principi cardine sui quali si fonda l’azienda. Questa filosofia di profondo rispetto ha creato un filo conduttore tra Messico e Italia che ha fatto sbarcare questo prodotto nei Calanchi di Pisticci. «Ho saputo che c’è un posto che sembra la luna dalle tue parti…» È iniziata così la collaborazione tra Daniele e Lodovico, dalla curiosità di quest’ultimo verso un luogo ameno e alieno come quello che ospita Teatro dei Calanchi, grazie alla disponibilità e al supporto del “padrone di casa”. Ospiti arrivati da tutto il mondo si sono riuniti dall’alba al tramonto per conoscere il prodotto, il territorio anche dal punto di vista culinario e per godere di buona musica dal vivo e di spettacoli di live painting. Il sound è stato moderato al fine di rispettare la fauna del luogo e l’impatto è stato azzerato evitando l’utilizzo di materiale plastico facilmente dispersibile nell’ambiente. Inoltre, un processo iniziato nel 2020 ha portato Teatro dei Calanchi, su commissione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ad essere inserito in un videogioco finalizzato alla promozione e valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e urbanistico del nostro Paese con particolare riguardo all’Italia meno nota. Il gioco per smartphone e tablet è stato tradotto in cinque lingue e distribuito gratuitamente presso gli istituti italiani di cultura all'estero dal 2021. Teatro dei Calanchi nell’ultimo anno è stato anche fonte d’ispirazione di una tesi di laurea specialistica dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino da 110 e lode. Un riconoscimento importante per il luogo che la studentessa lucana Paola Oliveto, specializzanda nella facoltà di pittura, ha voluto rendere protagonista della sua performance artistica racchiusa in un video intitolato “Il risveglio della vinta”. L’opera d’arte parte da una riflessione sui due concetti di “volontà” e “destino” dell’essere umano, analizzando il tema all’interno delle opere di Samuel Beckett, uno degli scrittori più influenti del XX secolo, e creando un collegamento tra queste e i temi ricorrenti del folklore lucano. In questa cultura si vive fortemente il concetto dell’attesa all’interno della quale il rito e la teatralità diventano quelle azioni ripetitive che rendono “più sopportabile” l’esistenza. La performance riprende il lamento funebre lucano di una civiltà contadina che fino agli anni ‘50 dello scorso secolo è stata fortemente legata a un profondo senso di mortalità e precarietà. La scelta dei calanchi è un chiaro rimando a questa natura incontrollata. Il personaggio della vinta, protagonista della video-performance unisce due donne: l’una protagonista dell’opera Lo Spopolatore di Beckett e l’altra del lamento funebre lucano. La vinta rappresenta il punto estremo, la prima ad essersi arresa al suo destino, nonché un punto cardinale per l’attività frenetica intorno a sé. «Lamentatrice e vinta si uniscono all’interno di un ambiente fortemente ostile ma allo stesso tempo familiare per i lucani, che è questo deserto d’argilla, il quale alla fine diviene una sorta di culla», ci spiega Paola. Durante la performance si parte dalla posa chiusa della vinta che si risveglia nei panni di una lamentatrice e inizia a cospargersi il corpo della stessa argilla in cui è immersa. Il lamento continua in un loop che richiama le opere di Beckett, i cui protagonisti tendono verso una fine che non arriva mai e nel mentre che si va avanti l’argilla cambia le sembianze della vinta. Si crea nel movimento del lamento una sorta di visione estatica dell’argilla che ingloba il corpo, si stratifica e si solidifica su di esso. A circondare la lamentatrice l’installazione pittorica firmata da Paola “Il mondo tra volontà e destino”. L’opera viene sollecitata dall’azione del sole e del vento, diventando l’esempio più calzante di un destino che si fa beffa di ciò che l’uomo cerca di controllare con la propria volontà. È prevista l'uscita per venerdì 29 luglio, sui canali social di Teatro dei Calanchi, del video promo di questa VII edizione, estratto della video-performance della Oliveto, protagonista e musa d'argilla per TdC 2022. L’interesse accademico verso il territorio lucano non sembra fermarsi qui, perché Teatro dei Calanchi è anche protagonista di una ricerca dell’università francese di Bordeaux Montaigne in materia di eventi sostenibili rispetto alla tutela dei luoghi nei quali vengono ospitati. Per concludere, anticipiamo un’idea alla quale si sta lavorando in questo 2022 e che si conta darà i suoi frutti per la prossima edizione di Teatro dei Calanchi. Stiamo parlando di un progetto di censimento e connessione, ovvero della creazione di una intesa tra luoghi basata sulla natura del territorio. L’intento è quello di creare un filo conduttore che unisca i diversi e numerosi paesaggi calanchivi presenti in Italia e non solo, in un concetto di Stato che non preveda confini politici, economici e culturali. Si tratta di uno “Stato d’animo” che accolga tutti coloro che si sentono “cittadini” dei calanchi. Molte di queste aree calanchive vivono una situazione di abbandono. Nell’ultimo anno quasi un milione di utenti hanno ricercato su internet la parola “calanchi”, e pare che negli ultimi tre anni ci sia stato un trend in ascesa che dimostra come l’interesse nei confronti di questo tipo di paesaggio stia crescendo notevolmente. «Ci piace immaginare di aver contribuito ad innescare questo trend, che va disciplinato. Non vogliamo sfruttare, ma coltivare» afferma Daniele Onorati, ideatore e promotore del progetto. La mission è quella di conferire a questi posti un carattere di “luogo artistico”, sottolineando la forza che l’arte trae dai calanchi (di cui Teatro dei Calanchi è la dimostrazione tangibile), e che i calanchi traggono dall’arte.